All’inizio degli Anni ’60, volendo ringiovanire la sua gamma, Ford fece realizzare alla Lotus una versione supersportiva della sua berlina di classe media.
Non solo monoposto, praticamente di quasi ogni formula possibile ed immaginabile, ma anche interpretazioni – sportive ovviamente – di vetture di grande e piccola serie di altri costruttori. Questa era Lotus a partire dall’inizio degli Anni Sessanta. Non solo. Sull’onda della crescente notorietà del marchio dovuta ai successi sportivi, Colin Chapman aveva avviato una serie di importanti e remunerative consulenze tecniche destinate a qualificare sempre più la sua azienda anche come “antenna tecnologica” e punto di riferimento per l’industria automobilistica mondiale.
In questo contesto strinse rapporti sempre più stretti con la consociata britannica di Ford che vedeva nel costruttore inglese la strada per “rinfrescare la sua immagine di marca, dandole una connotazione più giovane e sportiva”, come direbbe oggi un uomo di marketing. Fra i molti progetti avviati, Walter Haynes di Ford UK, ci fu anche quello di realizzare una serie di un migliaio di speciali versioni della prima generazione Cortina, una berlina Ford di classe media dell’epoca, da omologare come Gruppo 2 in funzione di una sua partecipazione alle corse per vetture Turismo Preparato. Ford avrebbe fornito le scocche senza porte e cofani e si sarebbe occupata della commercializzazione delle vetture, mentre Lotus avrebbe effettua tutte le modifiche meccaniche ed estetiche necessarie.
Nel 1963 debuttò così la Ford Cortina Lotus (inizialmente chiamata Consul Cortina developed by Lotus con la dicitura “Consul” in seguito eliminata dal nome), una berlina a 2 porte disponibile solo con carrozzeria di colore bianco Ermine con fascia verde Sherwood laterale e posteriore (rosso/oro su alcuni esemplari destinati alle competizioni della Alan Mann Racing). Tre stemmi Lotus posti sul frontale e sui parafanghi posteriori contribuivano a distinguere le Cortina Lotus dalle normali Ford Cortina.
La vettura era equipaggiata con lo stesso motore Ford Lotus 125E di 1.558 cc da 105 CV (78 kW) sviluppato dalla Cosworth – montato sulla Lotus Elan S1 (lanciata l’anno prima) e stretto parente del 120E di 1.488 cc in lega leggera utilizzato sulla Lorus 23 con cui Jim Clark aveva partecipato alla 1000 Chilometri del Nurburgring del 1962 – abbinato ad un cambio a 4 rapporti ravvicinati. Le sospensioni erano profondamente riviste rispetto a quelle originali. Specialmente quelle posteriori dove gruppi molla/ammortizzatori verticali e bracci oscillanti a forma di “A” avevano preso il posto delle balestre e dell’assale rigido. Per reggere questo tipo di assetto molto sportivo erano stati montati alcuni rinforzi dietro ai sedili posteriori, dal passaruota posteriore fino al bagagliaio.
Come era negli auspici della Ford il palmares sportivo della Cortina Lotus Mk I si arricchì presto di numerosi successi. Tra questi spiccano quelli ottenuti nell’edizione 1964 del Campionato Britannico Turismo con Jim Clark e nell’edizione 1965 del Campionato Europeo Turismo (Seconda Divisione) con Sir John Whitmore. Dal 1963 alla fine del 1966 furono costruite 3.306 Cortina Lotus Mk I.
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